Il mondo romano e i le popolazioni esterne.
Oltre le frontiere dell'impero romano del III/IV sec d.c. vivevano una serie di popoli molto diverse fra loro, con culture e civiltà eterogenee: a sud dei possedimenti romani del nord Africa vivevano i Berberi, oltre il Reno e il Danubio le varie etnie Germaniche, in Brittania oltre i vallo di Adriano stavano gli Scotti e i Pitti (antenati degli scozzesi), a nord della Grecia, in Crimea e nella valle del Volga stavano tutte le popolazioni Slave, I goti, Sciiti, Unni; ecc...
L'unica frontiera in cui l'impero romano non toccava una popolazione "barbara" era a est della Siria e della Palestina dove stava l'impero dei Sassanidi che periodicamente Roma cercava, invano, di sottomettere.
Tutti questi popoli d'europa avevano un qualcosa in comune, nella maggior parte dei casi: molti stavano sul "limes" (la linea di fortificazione romane) che dividevano in maniera molto generica i confini... e non designava l'area di influenza Romana: infatti quasi tutte le popolazioni erano a stretto contatto con il mondo romano e la sua cultura.
Vi è l'idea (erronea) che quando si parla di "invasioni barbariche" (termine improprio) si immagina orde di barbari alla carica pronti a devastare e saccheggiare tutte le città romane che capitavano davanti a loro... in realtà questi popoli (nella maggior parte dei casi) quando entrarono dentro i confini romani lo fecero in maniera pacifica... poiché a volte invitati dai romani stessi. I romani già da tempo avevano scoperto le capacità belliche della popolazioni oltre il confine e i governanti e gli imperatori appunto permisero a varie popolazioni di stanziare in determinate aree e fungendo al contempo da esercito da affiancare alle legioni che stando in quella zona da sentinelle contro ulteriori invasioni di popoli con cui non si riusciva a far accordi. In pratica grandi gruppi si insidiarono mano a mano in zone specifiche (o continuarono a migrare second le esigenze nel mondo romano) e divennero di fatto una sorta di mercenari con le loro famiglie: donne e bambini al seguito.
L'unica frontiera in cui l'impero romano non toccava una popolazione "barbara" era a est della Siria e della Palestina dove stava l'impero dei Sassanidi che periodicamente Roma cercava, invano, di sottomettere.
Tutti questi popoli d'europa avevano un qualcosa in comune, nella maggior parte dei casi: molti stavano sul "limes" (la linea di fortificazione romane) che dividevano in maniera molto generica i confini... e non designava l'area di influenza Romana: infatti quasi tutte le popolazioni erano a stretto contatto con il mondo romano e la sua cultura.
Vi è l'idea (erronea) che quando si parla di "invasioni barbariche" (termine improprio) si immagina orde di barbari alla carica pronti a devastare e saccheggiare tutte le città romane che capitavano davanti a loro... in realtà questi popoli (nella maggior parte dei casi) quando entrarono dentro i confini romani lo fecero in maniera pacifica... poiché a volte invitati dai romani stessi. I romani già da tempo avevano scoperto le capacità belliche della popolazioni oltre il confine e i governanti e gli imperatori appunto permisero a varie popolazioni di stanziare in determinate aree e fungendo al contempo da esercito da affiancare alle legioni che stando in quella zona da sentinelle contro ulteriori invasioni di popoli con cui non si riusciva a far accordi. In pratica grandi gruppi si insidiarono mano a mano in zone specifiche (o continuarono a migrare second le esigenze nel mondo romano) e divennero di fatto una sorta di mercenari con le loro famiglie: donne e bambini al seguito.